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Giuseppe Anders - Anni '30

Lavis "I ciucioi"

Il giardino Bortolotti detto "dei Ciucioi", è un esempio di architettura di tipo romantico tramite il quale si è cercato di far rivivere un paesaggio fantastico e pittoresco.
Completato nel 1860 per volontà di Tommaso Bortolotti da Lavis, il giardino sorge nei pressi delle salite del Bristol e richiama, con la sua architettura naturalizzata fatta di sassi a vista, le vestigia dell’antico Castelliere preistorico.
Nel periodo di massimo splendore, il giardino ospitò una suggestiva cornice di piante rare ed esotiche disposte in due serre vetrate che si inserivano con eleganza nel complesso naturalistico contrassegnato da ampie terrazze coltivate. Palme, magnolie, limoni, aranci, nespole del Giappone, piante officinali ed aromatiche risaltavano all’interno di un insieme incorniciato da solide mura dalle quali si distinguono alcune strutture ad archi di ispirazione gotica ed orientaleggiante, sostenute visivamente dalla presenza di alcuni maestosi cipressi.
Il complesso è una fantasiosa rassegna di stili architettonici e riprende stilemi analoghi adattati durante l’Ottocento nella realizzazione dei giardini di impronta romantica del nord Europa.
Tomaso Bortolotti, stimato cittadino e sindaco di Lavis negli anni 1830 – 32, fece costruire questo complesso panoramico investendovi oltre 60.000 fiorini dell’epoca nella speranza di realizzare un’opera che potesse richiamare su Lavis l’interesse dei forestieri.
L’obiettivo venne in gran parte raggiunto ed i "Ciucioi" continuarono a coinvolgere lo sguardo del viaggiatore e del curioso per diversi decenni.
Durante la Grande guerra il giardino subì diversi danni mentre nel 1921, in seguito ad una terribile siccità, i cipressi che coronavano la terrazza del Castello si seccarono e furono eliminati.
L’intervento dei proprietari che si susseguirono nel corso degli anni garanti la manutenzione dell’opera anche se dell’antico splendore ne rimase nel tempo solo il ricordo.
Attualmente di proprietà del Comune, il giardino visitabile su prenotazione tramite l'Associazione Ecomuseo Argentario: http://ecoargentario.it/giardinodeiciucioi#*

Tratto da "Colline Avisiane"- 2000