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Ferdinando Pasini - 1907

(Trento, 17 dicembre 1876 – Trieste, 7 settembre 1955)

Ferdinando nasce quindi a Trento nel 1876, frequenta l'Istituto di Studi Superiori di Firenze e le Università di Vienna e di Innsbruck. Laureatosi in lettere nel 1902, inizia la sua carriera di insegnante a Capodistria, a Pola e nel 1905 a Trieste.
I suoi ideali patriottici insieme all'amicizia con Cesare Battisti lo rendono attivo nel movimento irredentistico per il riconoscimento dei diritti nazionali agli italiani del Trentino e della Venezia Giulia e per l'Università Italiana di Trieste.

Nel 1912 è libero docente di letteratura italiana all'Università di Pisa. Viene arrestato a Trieste in aula, durante una lezione sul Manzoni, il 7 febbraio del 1916, processato per alto tradimento e condannato alla pena capitale.
La pena gli verrà commutata con l'internamento a Goellersdorf, a Oberhollabrunn e a Vienna.
Egli narrerà le sue sofferenze nel libro “Come fui sepolto vivo” (1929; e nuova edizione abbreviata, "profondamente rielaborata" e intitolata Diario di un sepolto vivo 1915-1918, 1933).

Ritornato a Trieste nel 1918, riprende l'insegnamento presso l'Istituto Superiore di Scienze Economiche e Commerciali (Fondazione "Revoltella") rinunciando alla cattedra di letteratura italiana nell'Università di Catania.

Istituita la Facoltà di Lettere e Filosofia a Trieste (1943), ottiene la cattedra di Letteratura italiana per il biennio 1943-44 e 1944-45, e poi di storia della lingua italiana dal 1946 al 1951.

Ritiratosi dall'insegnamento, resta attivo nell'Università e nella vita culturale cittadina fino alla sua scomparsa il 7 settembre del 1955.

Le principali opere di Pasini, che è stato anche segretario dell'Università Popolare, sono le monografie su Gabriele D'Annunzio (1925) e su Luigi Pirandello (come vi pare) (1927); i due volumi su Il Pascoli maggiore, e cioè sull'autore dei Carmi latini (1944); l'incompiuta Sconfitta di Satana (1945), consistente in una lettura critica dei primi 11 canti dell'Inferno dantesco; e Idioma e parola (1948).

Dal sito "Famiglia Pasini" curato da Andrea Pasini