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Originale
Costantino Marini
Era considerato un eccellente professore di liceo, formatosi dopo anni e anni di studi in collegi e scuole del Trentino: Costantino Marini, che veniva da Darzo di Storo, nelle Giudicarie, dove era nato nel 1911, proveniva da una umile e povera famiglia contadina.
Quella stessa famiglia che volle dare un futuro dignitoso a quel suo figlio intelligentissimo e portato allo studio e all’apprendimento.
E questa sua attitudine, Costantino la volle condividere, negli anni, con gli altri ragazzi, iniziando ad insegnare nelle scuole del suo Trentino, prima di superare, tra i primi, un difficilissimo concorso per accedere all’insegnamento a Trento.
La cattedra così faticosamente guadagnata, però, non lo vedrà mai insegnare l’italiano e la storia, la geografia e la matematica: era scoppiata la Seconda Guerra Mondiale, il Regno d’Italia aveva dichiarato guerra dapprima alla Francia e poi alla Grecia.
Nell’aprile 1941, il Governo di Mussolini aveva firmato con Atene la cessazione delle ostilità: iniziava adesso la difficile occupazione dei Balcani, che causerà non pochi problemi alle truppe italiane di occupazione, con imboscate, agguati, attentati, assalti condotti dai nuclei partigiani che andranno via via formandosi e rafforzandosi sempre di più.
Già pochi mesi dopo la firma della resa, in luglio, una grave rivolta era scoppiata in Montenegro, guidata in larga parte da ex ufficiali e soldati dell’ormai disciolto Esercito Jugoslavo. Sedata a fatica, gli insorti, iniziarono ad assaltare sistematicamente le caserme e i presidi isolati, soprattutto per impossessarsi di armi e munizioni per successive azioni.
Inquadrato come Tenente di Complemento, Costantino Marini partì per la Grecia al seguito del Battaglione Bolzano, 11° Reggimento Alpini.
Assieme alle sue Penne Nere, il Tenente Marini avrebbe contribuito al controllo del territorio, con compiti presidiari e di rifornimento alle caserme più isolate e più facilmente attaccabili dalle bande partigiane.
Durante una delle tante missioni, il 2 dicembre 1941 si trovava sulla strada di ritorno assieme ad una squadra di otto Alpini: nei pressi di Varos, non distante da Podgorica, il gruppo di militari italiani venne circondato e sopraffatto da una formazione di partigiani slavi, che, tratti prigionieri, vennero perquisiti.
E fu a questo punto che nel portafoglio del Tenente Costantino Marini venne rinvenuta la tessera annonaria del pane, distribuita a milioni di Italiani, ma che risultava essere indispensabile ad ogni insegnante di scuola elementare di liceo che volesse continuare ad insegnare.
A nulla valsero le rimostranze per quel piccolo pezzo di carta: quando, poi, gli Slavi gli intimarono di strapparla per avere salva la vita, da Ufficiale quale era, si rifiutò categoricamente.
Per oltre due settimane, Costantino Marini venne trattenuto, interrogato, sottoposto a privazioni: si sarebbe potuto salvare solo se avesse rinnegato il possesso di quella tessera.
Gli altri Alpini, poi liberati, testimoniarono senza esitazioni: il 18 dicembre, dopo l’ennesimo rifiuto, il Tenente Marini venne condotto dinanzi al plotone di esecuzione e fucilato.
Se per il Fascismo divenne un Eroe della guerra di Mussolini, tanto che la sede del Partito Fascista di Trento venne intitolata a suo nome, alla sua Memoria, dopo il conflitto, venne conferita la Medaglia d’Argento al Valor Militare:
“Di ritorno da un servizio ricupero materiali, attaccato da ribelli, in forze molto superiori, con soli otto uomini, si difendeva accanitamente e teneva testa all’avversario per più di un’ora.
Catturato, durante quindici giorni di prigionia, affrontava duri lavori, sevizie ed umiliazioni, con dignitoso e austero contegno, suscitando l’ammirazione degli altri prigionieri e pur sapendo che esso rappresentava sicura condanna a morte. Per il suo fiero e inflessibile comportamento di soldato, veniva barbaramente fucilato. Nova Varos, Montenegro, 18 dicembre 1941”.
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