✔ XS - piccolissima (215 x 324)
✔ S - piccola (287 x 432)
✔ M - Media (395 x 594)
✔ L - Grande (399 x 600)
Originale
Dario Wolf (3/12/1901 – 29/7/1971)
Dario Wolf nacque a Trento il 3 dicembre 1901. Compì con lode gli studi superiori artistici di composizione e di pittura del nudo a Roma, presso l’Accademia inglese di belle arti sotto la guida di Sigismondo Lipinskj. Nel 1924, ancora studente, vinse il premio “Calderon” per il disegno del nudo, per “le sue profonde qualità innate di disegnatore”. Esordì come incisore del legno nel 1921 con “Furor animae” e si affermò come acquafortista con le lastre “Potente-impotente”, “Superstizione” e “Destino”. Fece parte del “Gruppo Romano Incisori Artisti”, composto da venticinque artisti italiani e stranieri, fino al suo scioglimento. Fu definito già allora da Pietro Scarpa, sul “Messaggero” del 1927: “…un esperto dell’arte del bulino”. Si dedicò con amore e rara competenza all’incisione su metallo. Per la tecnica dell’acquatinta, interessante è “Il suonatore di fisarmonica”, grande lastra di zinco del 1957. Fu uno dei pochissimi che si dedicarono all’incisione in acciaio nella tecnica “Schabkunst” o “maniera nera” come attestano “Importante” (1963), “Etiope” (1966), “Vicolo dei Birri” (1968). Efficacissime pure sono le punte secche, vedi “Clementina”, del 1968. Per Dario Wolf, “l’acquaforte è l’arte che più di qualsiasi altra può giovare ad esprimere stati d’animo fugaci, a realizzare i pensieri più intimi e più complessi, ad esprimere la vita delle cose in un’atmosfera reale e irreale che va dalle profondità vellutate delle ombre distese ai lumi avvolgenti incantati” (D. Wolf, Elogio dell’acquaforte nella sua particolare attitudine a rappresentare momenti di vita interiore, in “Annali”, Milano 1955). Per vari anni fu segretario regionale degli “Incisori d’Italia” per le Tre Venezie. Pittore di grande impegno, usò le tecniche più diverse: sanguigna, pastelli, tempera, olio ecc. Eseguì pure grandi affreschi in chiese ed edifici pubblici e privati. Si dedicò anche all’ insegnamento. Morì a Trento il 29 luglio 1971. Per Dario Wolf l’arte deve essere sopra tutto manifestazione di bellezza che, penetrando nella vita delle cose, ne esprima l’intima essenza. Schivo di pubblicità, dedito soltanto a seguire il suo ideale d’artista, Dario Wolf non è entrato nel cerchio delle correnti: è vissuto solo per la sua arte. “L’arte quale mezzo che più di qualsiasi altro può elevare lo spirito umano a far comprendere la vastità e la bellezza del mondo spirituale”.
Informazioni biografiche e bibliografiche al sito http://www.dariowolf.it/
Opere di Dario Wolf da vedere:
Pala della cappella del cimitero di Iseo (Trento)
Pala Santa Rita della Chiesa del Santissimo Sacramento di Trento
Santissima trinità della Chiesa di Trambileno alle Porte (Rovereto)
Pala Madonna fra Santi della Chiesa di Matassone di Terragnolo (Rovereto)
Pala di San Michele Arcangelo con Madonna e Santi della Chiesa di Mezzolago in Val di Ledro
Pala Gesù con i Santi Pietro e Paolo della Chiesa parrocchiale di Terragnolo (Rovereto)
Capitello sulla strada nei pressi di Torbole (Riva del Garda)
Affresco Madonna fra Santi sulla casa Pedrotti, in via Santa Croce a Trento
Affresco Santi Virgilio e Antonio Abate di un’edicola a Molveno
Pala San Luigi di Gonzaga della Chiesa dell’Istituto salesiano di Verona
Affresco Via Crucis della Chiesa parrocchiale di Vervò in Val di Non
Affresco Chiesa parrocchiale di Taio in Val di Non
Affresco Madonna dei camosci nella Chiesa del rifugio “Silvio Agostini” in Val d’Ambiez
Affresco della Scuola di Avviamento Professionale di Borgo Valsugana
Affresco della Cappella di Villa Stella di Caldonazzo (Trento)
Affresco del capitello dell’Ing. Ongari a Padergnone (Trento)
Affresco nella Villa Alberini di Caldonazzo (Trento)
Affresco di un capitello a Pietramurata (Trento)
Decorazione con graffito di Villa Vezza a Pescantina (Verona)
Decorazione con graffito della tomba Bonomi di Calavino (Trento)
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