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Mario Disertori (Trento 1895 – Padova 1980).

Cartolina edita per 12 monografia della Collana Artisti Trentini di Riccardo Maroni


Biografia dal sito www.eugeniodavenezia

L’incontro con Moggioli nel 1908 lo spinse alla pittura. Iscrittosi nel 1912 all'Accademia di Belle Arti di Venezia, fu l'anno seguente che come pittore è tra i partecipanti alla mostra del 1913 a Ca' Pesaro: la più importante delle mostre dell'Opera Bevilacqua La Masa, quella che mise in risalto Gino Rossi, Casorati, Arturo Martini, oltre allo stesso Moggioli.
L'avidità di nuove esperienze lo spinse subito dopo a Firenze nel 1913. In quegli anni ebbe modo di esporre alle prime "Secessioni" romane del 1914 e 1915. Finita la guerra, dopo aver vissuto ancora a Firenze (dove nel 1919 si era diplomato all'Accademia) fino al 1922, Disertori si trasferisce a Padova, dove ottenne un insegnamento alla Scuola d'Arte. Da allora Padova fu la sua residenza anche se per molti anni (fin dal 1930) egli insegnò a Venezia all'Istituto Statale d'Arte. La vita di Disertori fu divisa fra l'insegnamento, i soggiorni in Toscana e nei Colli euganei.
Formatosi nel vivace clima degli anni dieci da cui ha origine, sulla spinta del movimento veneziano di Ca' Pesaro e le irrequietezze milanesi-toscane del primo futurismo, l'arte contemporanea in Italia, in Mario Disertori convivono due diverse matrici, due "categorie": la Toscana e la veneta. "Toscana è in lui la chiarezza logica dell'impianto formale, cioè l'esatto rapporto architettonico dei vuoti e dei pieni... - scrive Paolo Rizzi a presentazione di una mostra a Venezia nel 1975 - veneta è, al contrario, l'amorosa dolcezza del "tono locale", quel gusto verso una trasfigurazione sentimentale dell'immagine, che dilata attraverso il colore-luce la macchia del paesaggio...". Disertori appartiene alla schiera di quei pittori che possono essere ricondotti alla matrice impressionista. "Osservare il vero, infatti - scrive egli stesso - con una emozione che si rinnova di volta in volta, mi è parsa una di quelle lezioni dell'impressionismo che si potevano accogliere fiduciosamente, nella certezza di una sua validità perenne...".

Altra più estesa e completa biografia sul sito di Giuseppe Ortolan - www.anticortolan.it