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Coredo - 14 agosto 1917

Villa Canestrini sul doss Tavon.

Scritta dalla zia Filomena a Giuseppe Canestrini farmacista a Milano

In questa casa negli anni visse la famiglia Canestrini tra cui Giovanni Canestrini (Revò, 26 dicembre 1835 – Padova, 14 febbraio 1900) biologo, naturalista e aracnologo italiano.

Due piccoli episodi significativi delle difficoltà dello studioso, uno mentre era in vita ed uno da morto.

Da: Giovanni Canestrini, i suoi legami col Trentino, la traduzione ed il commento agli scritti di Charles Darwin. Di GINO TOMASI. Direttore Onorario del MTSN-

Don Giovanni Canestrini, Priore del Santuario di san Romedio chiede, nel 1868, alle Autorità Ecclesiastiche lo spostamento di circa trenta salme presenti sotto il pavimento della chiesa, il cui sgradevole odore si manifestava di tanto in tanto nel tempio recando molestia ai frequentatori. Accompagna la richiesta un rapporto del giovane nipote Giovanni, allora trentenne, il quale, in uno dei suoi frequenti soggiorni presso lo zio, si era offerto, forte della sua preparazione in campo antropologico, di fare una ricognizione alle tombe. Ricognizione che diede una misura della sua metodicità di ricerca, estesa a tutti i dati che potevano rivelarsi di interesse: età degli inumati, positura, osteometrie, caratteri esterni, ecc..
La risposta del competente per territorio, il Decano di Taio monsignor Rosa, pur accettante la richiesta, costituisce una disarmante confessione di una mentalità certamente non limitata al suo personale pensiero, terminando con queste parole:

Le apprensioni del Rev. signor Priore sono cagionate dalla dottrina materialistica del Professore suo nipote, il quale imbevuto dalla scienza moderna vorrebbe allontanar vivi e morti dalla casa di Dio (...) nel caso però che il vecchio signor Priore non potesse quietarsi a che le ombre dei morti continuassero a disturbare i suoi sonni (...) farò trasportare le ceneri che si rinverranno, nel nuovo cimitero.

Sempre dallo stesso articolo un episodio a rimarcare il clima rovente attorno al Darwinismo

Le cronache informano che anche Alcide Degasperi, forse sdegnato da un discorso in onore a Canestrini pronunciato da Cesare Battisti l'11 settenbre del 1902, poche settimane dopo, nella piazza di Civezzano, abdicò alla sua abituale compostezza usando veementi parole contro lo scienziato, e invitando addirittura la folla a fare una spedizione per cancellare l'iscrizione sulla sua erma di Trento, sostituendola con questa da lui coniata:

A GIOVANNI CANESTRINI
STUDIO' E FATICO' MOLTO
MA SBAGLIO' STRADA.
RIPOSA IN PACE.