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Coredo - 1915

A proposito di Guido valeriano Callegari, la dedica di questo testo "Dizionario astrocosmografico elementare" mi dà modo di ricordare un illustre cittadino di Coredo, il prof. Enrico Sicher (1865/1915) (dei cadorini/merli?), insegnante al Maffei di Verona.
Ecco cosa ho trovato che lo riguarda


Da "Vita quotidiana e ideologia al liceo Scipione Maffei di Verona durante la Grande guerra"
Di Tommaso Baldo

SICHER (Coredo 1865 - Verona 1915), allievo dei Canestrini a Padova, studioso degli acari, paletnologo (crani antichi, alemanni e anomali, sarcofagi di piombo ecc.), professore di storia nat. al Liceo Maffei.

...Il 24 maggio 1915 il Regno d’Italia fece il suo ingresso nella Grande guerra, «L’Arena», il quotidiano liberale e interventista di Verona poté titolare trionfante «Il sogno è divenuto realtà».
Per chi abitava a Verona la guerra fu una realtà terribilmente immediata, tanto da poterla vedere e toccare con mano quotidianamente. La città era infatti posta nelle immediate retrovie del fronte. Nel luglio 1915 i cronisti di guerra la descrissero come una sorta di grande e allegro accampamento formicolante di uomini e mezzi. In breve però la guerra si premurò di mostrare i suoi lati meno «allegri», furono ben 15 gli ospedali militari aperti tra città e provincia; tra loro l’Ospedale Militare Principale e l’Ospedale Territoriale del Seminario, allestito dal Comitato regionale della Croce Rossa presso alcuni locali del seminario vescovile. Venne creato anche un comitato incaricato di dare le onoranze funebri ai soldati deceduti negli ospedali, esso organizzava i funerali e raccoglieva volontari per accompagnare il feretro di chi era morto lontano dai propri amici e parenti.
La guerra colpì anche i civili, Verona fu una delle prime città a subire un bombardamento aereo. Il 14 novembre 1915, mentre in Piazza Erbe era in corso il mercato cittadino, tre aerei austroungarici comparvero nel cielo. Venne dato l’allarme ma il suono delle campane e delle trombette elettriche (che i più confusero con quelle delle corriere) non mise in allarme i veronesi, evidentemente non si aspettavano di divenire i bersagli di un’ azione bellica. Gli aerei, debolmente ostacolati da un’improvvisata contraerea, sganciarono 25 ordigni che lasciarono sul terreno un centinaio tra morti e feriti. Tra le vittime anche un professore del liceo Maffei, Enrico Sicher, ucciso da una scheggia mentre affacciato al poggiolo della sua abitazione cercava di capire cosa stesse accadendo. Ma la vera strage fu in Piazza Erbe, lì un ordigno seminò la morte tra la folla che si era rifugiata sotto le logge della Camera di commercio.