✔ XS - piccolissima (243 x 324)
✔ S - piccola (324 x 432)
✔ M - Media (445 x 594)
✔ L - Grande (450 x 600)
Originale
Guido Moncher - Coredo 1873 - Vienna 1945
Grande ritratto fotografico inedito di Guido Moncher eseguito dal fotografo Carlo Righetti
Guido Moncher
Inventore del primo elicoplano italiano, Guido Moncher prese parte, insieme ai più celebri aviatori dell’epoca, al Circuito Aereo di Brescia, una delle prime competizioni aeree internazionali al mondo, che si tenne nel settembre 1909 a Montichiari.
La collaborazione con Gianni Caproni, all’epoca ancora un giovane e sconosciuto ingegnere, iniziò nel novembre 1909 e fu proprio grazie alle modifiche che gli suggerì questo se, il 10 gennaio 1910, l’apparecchio “Elodie” di Moncher riuscì a compiere finalmente il suo primo “lusinghiero volo”. Oggi rimane traccia del sodalizio tra i due trentini pionieri dell’aviazione presso il Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni, dove è possibile riconoscere nel motore Rebus installato sul Caproni Ca.6 – il più antico aeroplano tra quelli esposti – il motore originariamente montato sull’Elodie di Moncher. Con questo passaggio di consegne, Moncher concluse definitivamente la sua esperienza aeronautica.
Nel primo decennio del nuovo secolo e fino allo scoppio della conflitto mondiale, Moncher fu impegnato anche in tutta una serie di altre iniziative commerciali e sociali: nel 1902 diventò proprietario della “Tipografia Artistica Tridentina”, in cui si stampava il giornale “Il popolo”, diretto da Cesare Battisti. Nel 1903, in un palazzo di via Mantova a Trento, aprì “Al Buon Mercato”, uno dei primi negozi al dettaglio del Trentino, in cui si vendeva abbigliamento maschile già confezionato con il criterio dei prezzi economici e prestabiliti. Divenuto cittadino di Trento, Moncher venne chiamato ad assumere il comando del Corpo dei Vigili del Fuoco della città e in tale veste partecipò al “Congresso Internazionale Prevenzione ed Estinzione incendi” che si tenne a Milano nel maggio 1906. Sempre a Trento, nel 1911, fondò la “Società Musicale Cittadina Giuseppe Verdi”, a partire dalla quale, negli anni successivi, nacque la banda musicale di Trento.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale, Moncher fu richiamato alle armi e l’esperienza che gli derivava dal fatto di essere stato, nei primi anni del secolo, un pioniere dell’automobile, gli permise di essere assegnato al servizio automobilistico, sul fronte orientale.
Dopo la guerra, Moncher tentò di riprendere le fila delle sue tante attività commerciali e sociali, purtroppo senza successo, anche a causa degli attacchi diffamatori dei quali fu oggetto. Deluso e rammaricato, nel 1921, si trasferì con la famiglia a Vienna da dove, nel 1932, pubblicò “La vera prova”, testo di autodifesa scritto allo scopo di dimostrare l’infondatezza delle accuse che gli erano state mosse.
Moncher morì a Vienna, l’11 novembre 1945.
Dal sito del Comune di Predaia
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