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PICCOLI, Flaminio - Kirchbichl 28 dicembre 1915 - Roma 11 aprile 2000

Cartoncino per invito alle nozze tra Flaminio Piccoli e Maria Cescatti

Nacque il 28 dicembre del 1915 a Kirchbichl, un paesino del Tirolo austriaco dove la famiglia era stata trasferita in seguito all’evacuazione di Borgo Valsugana (Trento), zona di guerra. Figlio di Bennone Piccoli, archivista nell’amministrazione austriaca, e Teresa Rigo, Flaminio era l’ultimo di quattro fratelli (Ada, Nilo, Adone).

Nel dopoguerra Piccoli compì gli studi medi e di ragioneria a Trento; nel 1938 si laureò in lingue straniere all’Università Ca’ Foscari di Venezia discutendo una tesi sulla poetica di Baudelaire. In questi anni decisivi per la propria formazione frequentò la Juventus, un’associazione di studenti medi di ispirazione cattolica e la AUCT (Associazione degli Universitari Cattolici Trentini).

Nella Juventus e nell’AUCT crebbero i giovani della futura classe dirigente democratico-cristiana del Trentino e in quel contesto le figure del delegato arcivescovile don Oreste Rauzi e dell’assistente don Vittorio Pisoni furono un punto di riferimento fondamentale.

Nel 1940, in seguito all’entrata in guerra dell’Italia, Piccoli si trovò dapprima, con il grado di capitano degli alpini, sul fronte francese, poi in Albania nel corso del 1940-41, in Montenegro nel 1941-42 (dove si guadagnerà una medaglia d’argento al valor civile nel tentativo di salvare due uomini del suo battaglione che si erano gettati in un torrente per trovare sollievo dal caldo soffocante), nel 1942-43 nella zona d’occupazione in Francia, dopo l’8 settembre 1943 prigioniero e poi fuggiasco da un treno, che doveva portarlo in un campo di concentramento.

Tornato attraverso mille peripezie a Trento, passata, dopo l’armistizio, sotto la giurisdizione del Terzo Reich, si mantenne prevalentemente nascosto per evitare problemi con le nuove forze di occupazione. Braccato dal CST (Corpo di Sicurezza Trentino, formato da trentini ‘collaboratori’ del Reich), Piccoli fuggì nel marzo 1944 a Milano rifugiandosi da amici; a settembre tornò ancora a Trento dove riuscì infine a lavorare nell’ufficio razionamento, senza essere denunciato all’ufficio militare italo-tedesco.

Nel dopoguerra intervenne la prima svolta importante nella biografia politica di Flaminio Piccoli: fu infatti presente all’assemblea costituente della Democrazia cristiana trentina, tenutasi il 7 maggio 1945 nella soffitta di un oratorio cittadino. In quella occasione venne scelto dal partito come proprio rappresentante nel comitato direzionale di Liberazione nazionale, organo di stampa espressione dei partiti aderenti al CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) locale.
La collaborazione fra i vari partiti all’interno del CLN e la coabitazione in Liberazione nazionale si rivelarono presto assai faticose e questo portò la DC trentina a dotarsi già nell’agosto del 1945 di un proprio organo di stampa. Flaminio Piccoli venne scelto come direttore de Il Popolo trentino, giornale ribattezzato L’Adige nel 1951: dalle pagine del giornale Piccoli guidò le battaglie del partito nei primi anni del dopoguerra, distinguendosi in particolare nella polemica ideologica con il PCI e nella caldissima campagna elettorale per le elezioni politiche dell’aprile del 1948.

Nel frattempo, il 3 settembre del 1945, Piccoli era convolato a nozze con Maria Cescatti, nata a Trento l’8 febbraio 1920, di professione maestra.