7040/9613
Home /

img73

img73.JPG img54Miniatureimg74img54Miniatureimg74img54Miniatureimg74img54Miniatureimg74img54Miniatureimg74

Rovereto - Primi '900

Villa e Fabbrica E.P. Gavazzi (Egidio e Pio)

Dallo splendido ed interessante sito dell'Associazione per la Tutela del Territorio - Ala

Parte dell'articolo scritto da Mario Azzolini che invito a leggere integralmente

“Un comitato di solerti persone amanti della loro città, decisero di costituire una società per promuovere un’industria onde venire in aiuto a tutte quelle operaie che ben presto sarebbero senza pane causa la partenza da Ala dello stabilimento di Tessitura “Egidio e Pio Gavazzi” di Milano.
Si vorrebbe impiantare una industria nel ramo tessile e a tal scopo questo Comitato diretto dal Podestà Antonio de’ Pizzini si rivolge a tutti coloro che sono amanti del loro paese a voler sottoscrivere delle azioni fino a raggiungere un capitale di 30.000 fiorini…..quote da versare a Francesco Morandini o Giacomo Tognotti”.
Così scriveva il Corriere del Leno del 25.4.1894 augurandosi di trovare presto i finanziatori (importo notevole per quei tempi, più di un terzo del costo della futura nuova Scuola Elementare). Ma cosa era successo?

14 anni prima, nel 1880, il Comune, preoccupato dalla disoccupazione dilagante per il trasferimento a Innsbruck dell’industria impiantata proprio a Ala da Giorgio Mutschlechner, votava “ un premio annuo di 300 fiorini a chi si facesse promotore di una industria tessile in Ala dove esisteva una abile manodopera disponibile”.

L’avv. Giobatta Debiasi (che di questa vicenda ne parlerà in una pubblicazione del 1910) aveva mandato un avviso al giornale “La Seta” di Como per pubblicizzare l’iniziativa.

Silenzio per 5 anni fino a quando la notissima Ditta Egidio Gavazzi di Milano, che aveva già interessi nel Sud Tirolo (Rovereto, miniere in Alto Adige), manifestava l’intenzione a stabilirsi ad Ala, allettata anche dalle agevolazioni sui dazi per la sua produzione dei velluti “lisci”.
Tale ditta, che poteva vantare una primogenitura nella nascita dell’industria italiana, stava vivendo un momento di forte espansione con filiali in tutto il mondo, occupava ben 4.700 dipendenti (di cui 600 a Rovereto); le informazioni assunte presso il Console Austriaco di Milano erano lusinghiere, e quindi il Comune non esitò a confermare le facilitazioni promesse e anzi si prodigò a spianare la strada per trovare una collocazione adeguata.