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RICORDO DEL PROFESSOR VALENTINO GIACOMUZZI NEL CINQUANTESIMO DELLA SUA SCOMPARSA

Sembra ieri ...............

Il professor Valentino Giacomuzzi perde la vita arrampicando lungo la via Fedele, parete Nord/Ovest del Sass Pordoi nel Gruppo di Sella, il 15 settembre del 1964. Aveva 49 anni, essendo nato a Mezzolombardo il 25 aprile del 1915.
A cinquant'anni di distanza il grande vuoto rimane attuale; la comunità intera non ha dimenticato l'uomo, noto e stimato che Mezzolombardo annoverava fra i suoi concittadini migliori; grazie al Suo impegno costante a favore degli alunni della Scuola Media da Lui diretta e, contemporaneamente, sia come dirigente sia come alpinista provetto, appartenente alla locale sezione della Società degli Alpinisti Tridentini, che aveva onorato inaugurando, in seno alla stessa, il Gruppo Roccia dal quale emersero in tempi brevi ben tre future guide alpine: Armando Costa, Aldo Piacini e Gianfranco Rizzi.
Iniziati gli studi, Mezzolombardo e Trento lo vedono studente attento e di ottimo comportamento; Venezia lo scopre maturo e dottore, laureato a pieni voti in Lingue e Letteratura Straniera. E' la strada giusta. Sceglie la scuola.
Viene chiamato alle armi all'alba della Seconda Guerra Mondiale. Dapprima in fanteria, poi in forza allo Stato Maggiore dell'Esercito come ufficiale. Partecipa alla campagna di Russia. Fatto prigioniero patisce, per quasi due anni, l'avvilente ed iniqua costrizione forzata, imposta in un lagher nazista. Resiste e, seppur fiaccato nel fisico e nel morale, ne esce indenne e ritorna fra la sua gente.
Nel 1945 riprende la strada già tracciata. Si dedica all'insegnamento ed assume la presidenza della Scuola Media, come detto in precedenza, per dedicare alla stessa, gli anni più impegnativi della propria esistenza, fino alla tragica scomparsa.
Insegnante ed educatore scrupoloso, serio, onesto e ben preparato, s'impone a superiori ed alunni; parco di parole, mai intollerante, coltiva con successo l'arte della comunicazione e, pertanto, è accettato e benvoluto. Rispetta ed è rispettato. Un signore.
Di pari passo scopre l'alpinismo e, nel 1949, figura già nel direttivo della SAT della borgata, appartenente alla Società degli Alpinisti Tridentini. Nel 1950 incomincia l'attività alpinistica vera e propria con la salita del Campanil Basso di Brenta, via comune, in cordata con don Vigilio Odorizzi, portatore del Club Alpino Italiano; attività che lo porterà ad accumulare oltre 450 salite, distribuite nei vari gruppi dolomitici ed in più zone delle Alpi.
Prudente in eccesso, accorto, tecnicamente preparato al meglio, lancia la Sua sfida all'universo verticale. Anticipa il passaggio, trova l'appiglio con intuito animale ed una calma invidiabile gli permette di esprimersi compiutamente ed in sicurezza estrema, tanto da meritare, la proposta già accettata, poco prima della scomparsa, la nomina ad Accademico del Club Alpino Italiano.
IL 31 luglio del 1964 trasforma in realtà un sogno rincorso da tempo e mai realizzato: salire in vetta al Monte Cervinoa 4478 metri, quale coronamento di una passione senza confini.
Fu il suo ultimo sogno vissuto. Aveva già la Sua morte addosso. Valentino Giacomuzzi uomo di cultura elevata, introverso, schivo,timidissimo, diventava l'amico più cordiale, aperto, sincero, quando poteva uscire dalla realtà del vivere quotidiano in piano, ed evadere, salire.......salire........salire ove "Il silenzio ha una voce e l'invisibile un aspetto".

Non sarà dimenticato. Sergio Gorna