✔ XS - piccolissima (432 x 272)
✔ S - piccola (576 x 363)
✔ M - Media (792 x 499)
✔ L - Grande (800 x 505)
Originale
Giovanni de Cobelli - 11 settembre 1924
Retro dell'immagine 154
All'Egregio Signore Barone Salvadori - Ravina di Trento
Egregio signore!
Voglia scusare Egr. Signore se vengo con la presente a pregarLa di un favore. Cento anni circa or sono è stato nel Trentino un rabdomante che pretendeva di trovare l'acqua nel sottosuolo.
Sò che alla Madonna del Monte presso Rovereto ha fatto eseguire dal proprietario Sig. Tacchi una galleria profonda diversi metri in linea orizzontale - galleria che si vede ancora ma (come era da prevedersi), l'acqua non scaturì.
Il suddetto rabdomante è stato anche a Romagnano, dove nei possedimenti di Voss.a ebbe lo stesso risultato.
L'arciprete di quì, Don G.B. Locatelli (1814-1833) "compose" sempre per l'occasione una satira in latino, satira che io possedevo ma che mi venne distrutta dalle ultime vicende belliche, assieme purtroppo a tante altre cose più importanti e preziose.
Ora io la pregherei a volermi gentilmente - se sarà possibile - darmi qualche notizia in proposito, facendomi conoscere il nome del rabdomante e la satira.
Prego perdonarmi la libertà e coi più vivi anticipati ringraziamenti e con la massima considerazione
Dev.mo Prof. Giovanni de Cobelli
Rovereto 11 settembre 1924
Dalla rivista - NOS il magazine delle valli del Noce, Numero 3 del 2021 un articolo interessante di Alberto Mosca
"Anche nelle valli del Noce in più di un'occasione si è fatto ricorso ai rabdomanti per captare nuove sorgenti d'acqua: per esmpio a Terzolas, negli anni precedenti la Prima Guerra Mondiale.
La guerra si avvicina e palpabile è una progressiva militarizzazione delle istituzioni e della via civile.
Un clima di sospetto cresce continuamente, come testimonia la vicenda del rabdomante piemontese Giovanni Chiabrera.
Siamo nel 1909, quando a Terzolas si manifesta l'intenzione di cercare nuove sorgenti per l'approvigionamento idrico: allo scopo, proprio grazie alla radicata presenza di emigranti del paese verso il Piemonte, venne contattato ed invitato a Terzolas il Chiabrera, all'epoca rabdomante piuttosto famoso, proveniente da Terzo in provincia di Alessandria.
Dopo il suo arrivo a Terzolas ed i primi sopralluoghi, venne arrstato dalle autorità con l'accusa di - strgoneria e impostura -.
Ciò scatenò la reazione indignata dell'amministrazione di Terzolas, che non mancò di far sapere che loro stessi avevano ingaggiato il rabdomante, protestando contro il "sopruso" ed ottenendone la liberazione.
La ricerca della fonte proseguì quindi tra non poche difficoltà, fino alla scoperta della sorgente, a monte del paese, nel 1910, con una portata di 504 litri al giorno, ancora oggi in uso.
Rabdomante o stregone che fosse, il Chiabrera non viaggiò a vuoto e Terzolas ebbe la sua nuova fonte."