✔ XS - piccolissima (432 x 270)
✔ S - piccola (576 x 360)
✔ M - Media (792 x 495)
✔ L - Grande (800 x 501)
Originale
Gleno fraz. di Montagna (Alto Adige)
Laura Reale, moglie di Arnaldo Tolomei, scrive ad Ugo Pizzarelli sugli spostamenti del cognato Ettore.
Ugo Pizzarello figlio di Antonio e di Nicolina Gambini, nacque a Macerata il 14 luglio 1877 e morì a Firenze il 29 settembre 1959.
Dal padre, nativo di Capodistria, combattente a Mentana con Garibaldi, processato e condannato all’esilio con la confisca dei beni dal governo austroungarico, ebbe i più nobili insegnamenti. Conseguita la licenza in fisico-matematica nel 1895, fu ammesso nello stesso anno alla Scuola Militare di Modena e nel gennaio1898 ne uscì sottotenente nel 7° reggimento alpini dove fu promosso tenente nel 1901. Appassionato della montagna, fu istruttore di guide alpine e studiò diligentemente il confine orientale.
Con la promozione a capitano, nel giugno 1912, fu trasferito all’8° reggimento alpini e nel 1914 fu incaricato dall’Ufficio del Sottocapo di S. M. della compilazione di monografie militari.
Ma alla vigilia dell’intervento in guerra, volle ritornare fra i suoi alpini e, al comando della 6^ compagnia del battaglione Tolmezzo, dopo la dichiarazione di guerra all’Austria nel maggio 1915, combatté in Alta Carnia, alla testata del But guadagnandosi una medaglia d’argento al valore e la promozione a maggiore per merito di guerra, nelle azioni contro il Pal Grande, alla fine di maggio, e contro il Freikofel il 22 giugno.
Assunto il comando del battaglione e promosso tenente colonnello nel febbraio 1916, nella zona di Passo di Monte Croce Carnico respinse arditamente ripetuti attacchi nemici e, sebbene più volte ferito, non volle abbandonare il settore affidatogli.
Per le azioni del 26 e 27 marzo al Passo del Cavallo e Sellette Freikofel, fu nominato Cavaliere dell’O.M.S. Assunto il comando del 10° reggimento fanteria della brigata Regina lo condusse valorosamente in battaglia e, sul Faiti, nel marzo 1917, fu decorato della seconda medaglia d’argento al valore.
Promosso colonnello e inviato col reggimento nel Trentino il 25 giugno, nell’aspra e cruenta battaglia dell’Ortigara, sereno e sprezzante del pericolo, sempre in prima linea, sebbene ferito da pallottola di shrapnel, non volle abbandonare i suoi fanti.
La medaglia d’oro al v. m., concessagli con moto proprio sovrano del 21 luglio 1917, così dice nella motivazione:
Sempre in mezzo ai suoi soldati, per dividerne le sorti, in un violento contrattacco nemico, più volte contuso e poi gravemente ferito in fronte, volle rimanere sul posto, raro esempio di amor di Patria, di sentimento del dovere e di indomito coraggio. – Monte Ortigara, 25 giugno 1917.
Trasportato in un ospedaletto da campo, subì due volte la trapanazione del cranio. Miracolosamente salvo, riprese servizio nell’agosto 1918, e fece parte in Francia della Commissione per la conferenza della Pace.
Nel 1922 comandò il 69° reggimento fanteria e dal 1926, con la promozione a generale, la brigata Alpi, Nel dicembre 1930, promosso generale di divisione, comandò la divisione di Bari e la zona militare di Roma.
Promosso generale di C. d’A., passò a disposizione del Ministero per incarichi speciali e nel 1941 fu collocato nella riserva.
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