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Ala

FABRICA DI VELUTTO DI GIUSEPPE BOSCHETTI IN ALA 4 VICARIATI

Cartolina che non so collocare nel tempo, non so se è recente, vecchia od antica, fatto sta che è l'unica che ho trovato che richiama ai fasti di Ala dell'epoca dei velluti.

Ala è conosciuta come la città di velluto. Sconosciuta ai più, è stata per due secoli un importante punto di riferimento all’interno della via della seta nel Tirolo Storico: siamo in Trentino ed esattamente tra Rovereto e Verona.

I primi filatoi legati alla lavorazione della seta risalgono già al Cinquecento quando i veneziani importarono l’allevamento del baco da seta.
Ma è nel Seicento che ad Ala la produzione divenne importante.
Si racconta che verso il 1657 due profughi genovesi vennero accolti dall’arciprete Alfonso Bonacquisto, il quale gli propose di stabilirsi ad Ala e di portare avanti il loro lavoro di tessitori di velluto.

I due abili maestri accettarono e con l’aiuto di alcuni cittadini di Ala, riuscirono ad aprire la prima fabbrica di vellutto all’interno del Palazzo Taddei. Il boom arrivò ben presto e Ala conobbe un periodo di benessere economico con un ampliamento dell’industria tessile sul territorio.
Vennero costruiti nuovi palazzi e nuove manifatture, esportando il velluto fino all’Austria, Boemia e Ungheria e l’imperatore Giuseppe II d’Asburgo proclamò Alla “città” nel 1765.

Il centro nevralgico del lavoro fu il corso della Roggia dove sorsero otto filatoi, edifici artigianali sfruttando i diversi percorsi d’acqua, tre tintorie e una “garberia” per lavorare la concia delle pelli.

In questo periodo di prosperità economica, lavorativa e culturale ci si dovette organizzare per evitare che la concorrenza potesse avere la meglio.
Furono accordati i costi del lavoro e sul prezzo delle vendite attraverso a delle forme associative.
Nel 1687 venne creata l’Arte dei Tessitori, un’associazione religiosa molto simile ad una confraternita tra i dirigenti e i lavoratori.

Nel 1765 si trasformò in Arte dei Vellutai, una corporazione di 33 fabbricanti, 209 vellutai e 170 garzoni e uno statuto che ne regolava i rapporti e dettava le norme di tutela del lavoro.
La corporazione fece anche da intermediaria con le richieste commerciali da parte di famiglie nobili e principesche dell’intera Europa.