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Diego Costa - Cartolina n°2 di una serie di 20

Dal sito della Sezione Scout di Rovereto del CNGEI

Giugno 2007 - Ricordo del nipote Marco Rubinelli

Spesso quando leggo Scoutismo colgo alcune righe che narrano la storia di uno scout che non è più tra noi, oggi sono io che desidero dedicare alcune parole al Senior Diego Costa, mio nonno, conosciuto anche come Camoscio Bianco che ci ha improvvisamente lasciati dopo breve malattia.

Diego Costa ha attivamente partecipato allo scoutismo nazionale sino al 1927, nel 1945 si fa promotore per la ripresa della Sezione di Rovereto dopo il periodo della clandestinità per il regime fascista, raccoglie dagli alleati materiale e organizza campi a Serrada di Folgaria,viene aperta la Casa di Caccia GEI alla Stella d'Italia, si organizzano, campi internazionali.

Diego Costa dopo anni di intensa attività scoutistica si ritira in disparte ed esce dalla scena. È Gianfranco Tevisan che riallaccia i contatti in occasione del San Giorgio di Andriano nel'70, se non erro, e il nonno ne fu molto contento di essere invitato dopo tanto tempo a un raduno delle Tre Venezie.

In lui si rifecero vivi i vecchi entusiasmi, rivide i vecchi amici,- nel frattempo io e mio fratello entravamo a far parte del 1 Reparto Esploratori di Verona e fu forse per questo che si fece in lui più vivo l'interesse per lo scoutismo veronese.

Sfogliando i documenti scout che mi ha lasciato, ritrovo una serie di appunti, impressioni, critiche dei tempi in cui dirigeva la Sezione di Rovereto ma soprattutto vorrei citare il discorso di saluto che il Commissario Diego Costa fece il 7 aprile 1927 in occasione della chiusura della Sezione di Rovereto per il periodo clandestino.

“ ... Sono incaricato, conclude fra la generale commozione, di portarvi il saluto sincero del vostro Papà Akela, del Signor Commissario internazionale, il vostro commissario Pirotta, e di baciarvi tutti, e di dirvi addio con la persuasione ferma che ciò non arresterà in nessun modo il vostro bello slancio di idealità e di fede verso Dio, la Patria e la Famiglia”.

Lo Scoutismo per il nonno ha voluto dire molto, in esso vedeva il valore di un metodo educativo completo, sono state esploratrici sue fíglie, e sono esploratori suoi nipoti, amava spesso intrattenersi in lunghi colloqui sull'evoluzione del metodo scout e sull'organizzazione dei gruppi. In questi ultimi periodi è stato particolarmente vicino alla Sezione di Verona e quando ha saputo che a Rovereto è stata riaperta una Sezione GEI ne è stato felice.

E sfogliando le pagine della “Cronaca Rievocativa” che trovo il saluto di Camoscio Bianco in occasione dell'addio di quella famosa domenica di aprile:

“.,. è arrivato il momento di sospendere il vostro lavoro di volontari del dovere e di lasciarci! In nome dell'Italia, come ieri anche oggi, compirete il dovere di ubbidire incondizionatamente alle leggi della Patria e domani più di ieri, sarà necessario che vigiliate su voi stessi per proseguire nella radiosa strada d'onore e di fede iniziata quali bravi esploratori d'Italia. Vi sia sempre di guida la solenne promessa da voi fatta di "Amare Dio, i genitori, la Patria"“.

Penso sia questo il saluto che Camoscio Bianco ha voluto darci ancora una volta prima di lasciarci per sempre.